E-commerce 2015, qual è lo stato dell’arte ? Come si muove l’Italia rispetto agli anni passati ? L’E-commerce è davvero la soluzione e nello stesso tempo il mezzo per uscire dalla crisi?
L’e-commerce in Italia secondo il report annuale di Casaleggio, nel 2014, è aumentato dell’ 8% rispetto all’anno precedente raggiungendo un valore di fatturato pari a 24 miliardi di euro.
I settori presi in considerazione per l’analisi della distribuzione di fatturato sono:
- Alimentare 1,3%
- Assicurazioni 7%
- Casa e arredamento 0,5%
- Centri commerciali online 4%
- Elettronica di consumo 4%
- Moda 2%
- Salute e bellezza 0,2%
- Tempo libero 49% (41% gioco online)
- Turismo 30%
I punti di forza sui quali le imprese hanno focalizzato le loro attività di investimento sull’online commerce sono:
Marketplace: già come negli anni passati i marketplace hanno una posizione dominante e continueranno a crescere nel prossimo futuro. Grazei ai marketplace i merchant possono sfruttare canali già rodati di vendita e i consumatori non devono navigare il web più di quanto sia realmente necessario. Tra i più diffusi: amazon, ebay, pixplace, buy-me, alibaba, etsy.
Vendita all’estero: l’e-commerce è lo strumento principale per chi vuole internazionalizzare, grazie all’e-commerce le imprese possono raggiungere ogni angolo del globo e proporre i loro prodotti.
Logistica e spedizioni: questo elemento oggi è fondamentale. Non pensiamo solo alla capacità di qualche venditore di offrire le spedizioni gratuite, ma anche all’efficienza del trasporto e della consegna fin dentro casa. La gestione dell’ultimo miglio diventa fondamentale.
Predective Selling: prevedere cosa un utente vuole è fondamentale. Se prima il marketing doveva raccogliere informazioni disordinate da fonti poco sicure per targettizare, oggi l’online offre informazioni dettagliate su ogni singolo utente (big data); la differenza la fa chi analizza ed estrapola le giuste informazioni per poi realizzare la strategia.
Abbonamenti: in controtendenza come si possa pensare anche per i prodotti di primo consumo come cibo e cosmetici che richiedono un acquisto ripetuto prendono molto in considerazione la possibilità di sottoscrivere un abbonamento. Inoltre per questi settori si sono parallelamente formati i gruppi di acquisto di consumatori che si organizzano per acquistare in maniera calendarizzata.
Pay per use: per alcuni settori come quello digitale, è in continua crescita l’abitudine da parte degli utenti dell’acquisto temporaneo del bene.
Per quanto invece la promozione online il 90% investe in comunicazione online per la vendita, ma solo il 39% è realmente soddisfatto; il 51% invece ritiene che sia difficoltoso fare pubblicità online. Questi dati sono incoraggianti rispetto al 2014 che segnavano rispettivamente: 36%, 45%, 19%.
I dati sull’utilizzo dei canali per la promozione ed attività marketing non stupiscono visto che vanno a discapito dei canali offline:
- Stampa 2%
- TV 1,8%
- Radio 0,2%
- Altro 6%
Attività marketing online:
- Keywords adv 29%
- SEO 21%
- Email 12%
- Social Media 12%
Nel 2015 il fattore Google + consumatore hanno costretto i venditori a spostare parte degli investimenti del proprio e-commerce sul mobile: fino al 71%. Non dimentichiamo anche la parte dei social network; il più utilizzato nonchè il più efficace è Facebook 68%, seguono youtube 35%, twitter 19%, instagramm 17%, G+ 16%, linkedin 13%, pinterest 11%.
E-commerce 2015: cosa si prevede nei prossimi mesi ?
L’e-commerce del 2015 vedrà questi trend divisi per settori:
- Alimentare +16%
- Assicurazioni +14%
- Casa e arredamento +20%
- Centri commerciali online +40%
- Elettronica di consumo -5%
- Moda +30%
- Salute e bellezza +12%
- Tempo libero +5%
- Turismo +20%
Fonte dati e immagine: Casaleggio Associati. Se sei interessato al report completo scarica la ricerca sull’e-commerce 2015 di Casaleggio Associati.