A dominare il mercato del cloud computing sono alcune aziende note, dai nomi molto familiari.
Sappiamo che il cloud è per Amazon il settore più redditizio; Microsoft ha puntato sulla nuvola ed ha ricevuto risposte entusiaste da Wall Street.
Anche Google, ha deciso di scommettere nella partita e spera che il settore possa raggiungere se non sorpassare gli introiti derivanti dalle sue campagne di advertising.
Ma cos’è esattamente il cloud ? Chi sono gli acquirenti? Come ha fatto una società che non ha mai avuto a che fare con la tecnologia aziendale – un decennio fa – ad immettere sul mercato un servizio così innovativo, battendo sul tempo competitor con maggiore esperienza nel settore IT ? Qual è lo stato attuale del mercato cloud ?
A rispondere a queste domande, Matt Weinberg con un suo articolo per Business Insider. Grazia al giornalista conosciamo meglio i player e la posta in gioco nella partita del cloud, oggi quanto mai così agguerrita.
Perché si sceglie il cloud
Per dare supporto ai propri siti web e servizi, Amazon, Microsoft e Google hanno implementano moltissime infrastrutture di calcolo. I loro data center sono notevolmente più grandi e più efficienti di quelli gestiti da o che potrebbero essere costruiti dalla maggior parte delle altre società.
Da anni, questi giganti affittano parte della loro capacità di elaborazione a sviluppatori e aziende di tutto il mondo.
E’ sufficiente un banale passaggio di carta di credito per avere accesso a una potenza di calcolo illimitata.
Adottando il cloud computing, le imprese possono assicurarsi prestazioni notevolmente maggiori rispetto a quelle che potrebbero avere con data center in locale ad una spesa inferiore e senza bisogno di preoccuparsi della manutenzione dei server.
Tutti i principali player di cloud computing hanno un’offerta simile di bouquet di servizi:
- Infrastruttura come servizio, o “IaaS“, costituisce la base, la parte più elementare del cloud computing. Fornisce ai clienti server virtuali e storage.
- Piattaforma come servizio, o “PaaS“, è l’insieme di strumenti e servizi che facilitano gli sviluppatori nella creazione di applicazioni alleggerendoli della preoccupazione dei server in esecuzione.
- C’è anche un terzo livello chiamato “Software as a Service” o SaaS, si riferisce ad applicazioni che sono eseguite in cloud come Office 365 di Microsoft, i prodotti G Suite di Google e Salesforce per le vendite e il marketing.
La strategia di base per tutti i provider di cloud computing è rendere i loro servizi indispensabili sia agli sviluppatori di software indipendenti che alle grandi aziende.
Il circolo virtuoso di AMAZON
Amazon scommette su quello che definisce “circolo virtuoso”, una “filosofia” che ha, finora, guidato l’industria cloud.
Il ciclo può essere così riassunto: Più sono i clienti sulle piattaforme, più il provider può permettersi di aggiungere server. Tanti più server il provider possiede tanto più è in grado di sfruttare le economie di scala e di offrire ai propri clienti prezzi più bassi per funzionalità più performanti. Prezzi inferiori e qualità dei prodotti attireranno con maggiore probabilità una maggiore clientela.
Il cloud computing è nato da un semplice esperimento approvato da Jeff Bezos nel 2006. Successivamente si è rilevato un settore capace di generare, ad esempio solo l’anno scorso un fatturato di più di 12 miliardi di dollari.
Dave Bartoletti di Forrester Research ha affermato che AWS ha inventato il mercato del cloud.
Amazon cloud la storia
AWS appena nata offriva solo un set di servizi infrastrutturali di base. I clienti potevano avere accesso ai server virtuali tramite il servizio Elastic Cloud Computing o EC2 e memorizzare file, tramite Amazon Simple Storage Service o S3; inizialmente adottato dagli sviluppatori come una soluzione economica per le fasi di test o per l’esecuzione di semplici siti web.
Nel tempo, molte di queste applicazioni sperimentali o siti sono diventati popolari e ampiamente utilizzati.
Mentre gli sviluppatori erano a lavoro sulle loro applicazione, AWS diventava il core business delle imprese, come Netflix, Airbnb e Slack che questi sviluppatori avevano dietro.
Per Andy Jassy, l’amministratore delegato di Amazon Web Services questa tendenza ha dato il via proprio al circolo virtuoso di Amazon.
Con le entrate dei primi e innovativi clienti, Amazon è riuscita ad investire per garantire un livello più elevato di funzionalità e di prestazioni così da attirare a sé applicazioni e siti più popolari e sofisticati.
Ed Anderson, analista per Gartner sostiene che Amazon è ancora oggi la piattaforma preferita dagli sviluppatori.
AWS conta tra i suoi clienti grandi aziende e organizzazioni del calibro di Comcast, Hess e persino l’Agenzia Centrale di Intelligence.
Indossare il ruolo da protagonista per tanti anni ha fatto sì che Amazon sia per la concorrenza un avversario temibile e soprattutto difficile da superare.
Amazon Cloud oggi
Dato che il “circolo virtuoso” di Amazon è un motore in funzione da molto più tempo a differenza di altri competitor, la società è stata in grado di sviluppare e offrire un ventaglio di funzionalità più ampio e su scala più vasta rispetto ai suoi rivali.
AWS è diventata per il cloud una sorta di “standard”. Le aziende si rivolgono a AWS di “default”, allo stesso modo in cui la generazione IT precedente acquistava IBM.
Circa un anno fa, Andy Jassy, CEO di AWS ha confidato di pensare che il settore cloud, in cui lavora, potrebbe essere il più grande e redditizio di Amazon.
Gartner, tempo fa, stimò che AWS era in grado di offrire una capacità di calcolo pari a quella di 14 player nel mercato, anche se questo dato sembra ormai obsoleto.
Microsoft è in gara
Si potrebbe pensare che nell’industria tecnologica per indole così competitiva i giganti si sarebbero subito lanciati nella gara cloud. Ed invece non è successo. Microsoft ha iniziato a “giocare” con alcuni concetti cloud da metà degli anni 2000, ma ha introdotto Azure, concorrente formale di AWS, solo nel 2010.
Microsoft e altri colossi di software per aziende inizialmente hanno visto il cloud come una novità di poco valore, una moda passeggera, non intuendo minimamente il suo potenziale. Solo più tardi hanno iniziato a considerarlo, giustamente, come vera minaccia.
Microsoft è stata costretta a riconoscere che scegliendo AWS, di fatto il cliente annullava la necessità di prodotti come Windows Server e SQL Server, software popolari e da miliardi di dollari utilizzati nei data center della maggior parte delle aziende. e quindi è riuscita a trasformare la sua debolezza in forza. Il cloud computing è ora uno dei suoi settori più in crescita e anche per Wall Street il dato è evidente.
Microsoft AZURE
Quando Azure venne lanciato per la prima volta, si chiamava “Windows Azure”, il servizio si è inserito nel livello platform-as-a-service (PaaS), agevolando gli sviluppatori per la costruzione di applicazioni.
La società ha ampliato le sue offert includendo servizi di infrastruttura di livello inferiore, soluzioni simili a quelle che resero originariamente Amazon così popolare.
Satya Nadella, amministratore delegato di Microsoft, ha guidato Azure in questa transizione e ha ottenuto la posizione di CEO nel 2014 in parte proprio grazie al successo ottenuto con il cloud. Da allora per Microsoft Azure è una priorità. Per promuoverla, l’azienda ha sottolineato la sua integrazione con Windows Server e con altri prodotti aziendali che molti suoi grandi clienti utilizzano. Inoltre sono stati inseriti prodotti chiamati “Azure Stack ” che consentono di installare una versione di Azure nei data center.
Il vantaggio fondamentale di Microsoft non è dato dalla tecnologia, ma dal know-how aziendale e dal bacino di clienti ormai consolidato. I suoi maggiorni dispongono di contratti che permettono loro di approfittare di sconti sul software.
Microsoft ha utilizzato questo tipo di accordi offrendo incentivi ai clienti d’elite per provare Azure così da fidelizzarli al nuovo prodotto, allo stesso tempo ha lavorato rendere più attraente Azure agli sviluppatori di software.
Nell’era di Nadella, l’azienda ha messo da parte l’orgoglio e ha iniziato a sostenere nelle tecnologie Azure quello che a suo tempo aveva snobbato.
Ad esempio, il sistema operativo Linux – che gli sviluppatori apprezzano moltissimo – era stato definito da Steve Ballmer, CEO di Microsoft “cancro” e classificato comunista perché disponibile gratuitamente.
La nuova apertura al codice open-source come Linux ha consentito a Microsoft di essere apprezzato anche dai programmatori.
In conclusione, oggi, secondo Microsoft, Linux rappresenta circa un terzo di tutto l’utilizzo Azure.
Nonostante il notevole cambiamento è ancora in ritardo rispetto ad Amazon, anche se è difficile dire di quanto, perchè l’azienda non rende noti i ricavi specifici di Azure.
Microsoft ha recentemente annunciato che la sua attività di cloud computing nel suo complesso, inclusi non solo Azure, ma Office 365 e altri servizi cloud, sta guadagnando ad un ritmo annuale 18,9 miliardi di dollari.
Non è possibile confrontare direttamente questo numero con i ricavi di AWS, perché Amazon non offre nulla di simile a Office 365, che rimane un settore enorme di Microsoft.
Indipendentemente dal confronto tra le due aziende, è chiaro che in Microsoft è forte l’impulso alla crescita.
Nella sua ultima relazione sui redditi, Microsoft ha dichiarato che le sue entrate provenienti da Azure nell’ultimo trimestre sono state quasi doppie rispetto a quelle pubblicate nel periodo dell’anno precedente.
Insomma, Azure sta crescendo velocemente, presentandosi ad Amazon come un degno rivale.
Nel 2015, Satya Nadella ha detto che il cloud è una “specie di Seattle”, indicando con questa affermazione che in campo ci sono solo giocatori: Amazon e Microsoft, gli altri player sono irrilevanti.
Finora, è stato vero. Ma c’è una terza azienda che ha tutta l’intenzione di partecipare al gioco e di farsi largo nel mercato.
La ripresa di Google
Nessuno può dubitare che il servizio cloud di Google sia in grado di offrire tecnologia avanzata su vasta scala perchè nasce dallo stesso data center che ospita il motore di ricerca Google, Gmail, YouTube e tutti gli altri servizi di Google.
La stessa tecnologia che consente a questi siti di raggiungere miliardi di persone ogni giorno può aiutare i clienti di Google Cloud a eseguire le proprie applicazioni e servizi in modo efficiente e veloce e a una spesa inferiore rispetto a quella che si avrebbe con server proprietari.
Allo stesso modo nessuno può dubitare che Google sia capace di innovare.
Quando Docker ha scosso il mondo digital, lanciato cosiddetti i container software, Google ha rivelato che aveva già aveva utilizzato una tecnologia simile.
Ha poi immesso nel mercato la sua tecnologia Kubernetes, che gestisce i container software, donandola gratuitamente alla comunità. Kubernetes ha avuto un successo straordinario – anche Microsoft ora lo supporta – è ha permesso a Google di avere la fama di visionario del cloud.
Google CLOUD
Google App Engine, il primo servizio, ora noto come Google Cloud, è stato introdotto nel 2008, poco dopo che Amazon ha lanciato AWS.
Ma nonostante Google abbia una lunga storia, e anche se il suo servizio è stato in qualche modo fin da subito apprezzato, per la società di ricerca non è stato facile stabilire un rapporto privilegiato con clienti commerciali più importanti e più redditizi.
Google ha scelto Diane Greene, l’ex cofondatore di VMware e “Regina di Silicon Valley” per condurre la propria battaglia sul cloud.
Con la sua esperienza e la sua leadership esecutiva, la Greene è riuscita a raddoppiare la spinta propositiva di Google nel cloud.
L’azienda ha consolidato tutti i suoi prodotti cloud e crede che il settore possa rivitalitalizzare la società.
Google si sta allineando alle caratteristiche e le tecnologie Amazon.
Ma l’impegno della società non sta nel proporsi come copia di AWS.
Lo sforzo è quello invece di consentire agli sviluppatori di Google Cloud l’accesso a servizi all’avanguardia, tra cui per esempio l’intelligenza artificiale.
Google sta cercando di esternalizzare propria tecnologia agli sviluppatori.
Questo spinta innovativa sembra dare buoni frutti coinvolgendo clienti come Nintendo, Home Depot, Coca-Cola e Spotify.
Google Cloud è ancora piccola e fragile rispetto ad Amazon e Microsoft, ma con questa carica innovativa sta prendendo terreno. C’è però da chiedersi: quanto tempo durerà questo slancio?
Gli altri competitor?
Amazon ha inventato il mercato del cloud computing e da allora sta conducendo in prima linea la gara, ma anche le aziende legacy IT hanno cercato di darsi da fare nella partita.
- Oracle, per esempio, vuole concorrere. Larry Ellison, il leggendario cofondatore del gigante del database, ha cercato di fare di tutto per competere con AWS e promuovere il proprio Oracle Cloud.
La fama di Oracle Cloud è dovuta al fatto che è in grado di eseguire i database Oracle molto velocemente. Grazie a questa abilità ha potuto beneficiare di una crescita significativa.
Ma allo stesso tempo focalizzarsi sui database per Oracle potrebbe essere controproducente un punto debole rispetto ad Amazon in grado di offrire tante altre funzionalità e opzioni.
Inoltre, sia Amazon che Microsoft dispongono di servizi per far migrare rapidamente e facilmente i database Oracle sul loro cloud.
Non a caso Bartoletti ha definito Oracle come bloccato proprio dalla sua mentalità legacy. - IBM ha investito molto nella tecnologia come ad esempio IBM Bluemix, che facilita gli sviluppatori nella creazione di applicazioni nel cloud. La società ha introdotto anche Watson pionieristico servizio di intelligenza artificiale attraverso il cloud. Allo stesso tempo, la crescita del cloud ha danneggiato seriamente il settore hardware di IBM gettando anche qualche ombra sulle prospettive future della stessa società. Per cercare di frenare il trend negativo, IBM ha rafforzato il suo impegno sul cloud offrendo servizi di consulenza incentrati sull’installazione e l’integrazione delle applicazioni cloud. Bartoletti è dell’idea che anche se IBM non è in grado di sfidare i giganti potrebbe essere capace di ritagliarsi uno suo spazio mercato fra i player minori e regionali. DigitalOcean per esempio è rivolto ai piccoli sviluppatori.
- Il colosso cinese Alibaba offre nel suo paese anche un suo servizio cloud: Alicloud.
Conclusioni
Non è detto che solo i grandi nomi come Amazon, Microsoft o Google riescano a trovare il proprio ruolo nella partita. E’ vero però che il mercato è complesso e che sia stato spesso respingente per alcuni.
E’ successo a GoDaddy che ha appena venduto la divisione cloud computing. Rackspace ha rinunciato alla corsa e ha deciso di offrire supporto alle piattaforme di altri provider, HP e VMware hanno gettato la spugna.
Insomma competere con Amazon è troppo difficile e costoso.
Quali previsioni per i prossimi anni? Anderson immagina uno scenario futuro in cui figura Amazon ancora come leader e Microsoft ad un secondo posto ma di tutto rilievo.